Un ritratto nella neve
La neve bianca scende lungo i viali, copre i tetti, i giardini, i marciapiedi, e sembra quasi come morbida ovatta mentre cammino a piedi nudi con un abito di seta che mi avvolge il corpo, i miei occhi sono affacciati sui suoi sentieri nuovi, vedo lenzuola stese, dimenticate, ormai rigide a raccontare il gelo dell'inverno. Incontro un pittore lungo la strada, e nella sua tela mi sembra quasi di vedere il sole, lui dipinge nel silenzio un piccolo pontile e il corpo sinuoso di una donna, ritrae la sua amata tra gerani rossi, con uno sguardo melanconico e malizioso, con un accenno di sorriso.
Le mani del pittore si muovono lungo la tela per quell'amore e disamore, per quel paradiso e quell'inferno, per regalar la vita alla sua amata, tra soffi di vento e lenzuola nuove.
Il dolce veleno di Inés
L'amore di Inés era intrinseco alla vita, e si era mosso nel suo cuore come un odissea senza fine, in un andirivieni di colori, le era stato grato, sublime e tenero, ma altresì violento e crudele, e come in un tango in una calda notte nella piazza di Siviglia, questo sentimento le aveva afferrato la mano per poi trascinarla nei passi sensuali di quella passione riposta negli sguardi e nei giochi di seduzione, dove i suoi pensieri volavano lontani nelle fantasie infinite della vita, per quelle sensazioni intense di due anime che si erano incontrate per poi muoversi insieme e diventarne una sola, il suo amore era fatto di complicità e le regalava un abbraccio ai sensi. Lei aveva assaporato il gusto dolce del miele in paradiso, ma aveva bevuto anche il veleno dell'inferno per quel male che nel silenzio urlava, mentre il dolore allungava il passo nel suo cuore facendo sparire il sole, disegnando un cielo nero per quei tradimenti e quelle gelosie che le avevano distrutto l'anima, stravolto i sogni, ma Inés non aveva perso le speranze, convinta che la vita ancora molto le doveva dare........
PICCOLA INTROSPEZIONE DELL'AUTRICE PER LA DESCRIZIONE NEL RACCONTO DELL'AMORE.
Il postino
Come ogni giorno tra salite e discese con la sua vecchia bicicletta dai pedali arrugginiti e la sua borsa chiusa da una cinghia nera, egli si recava lungo le vie di quel borgo antico, per consegnare lettere, bollette e giornali, il suo volto segnato dalle rughe del tempo assomigliava un po' ad ognuno di noi, aveva un sorriso gentile e l'andatura buffa quasi impacciata, i modi un po' impiccioni, ma quel postino decise di farsi cavaliere di un messaggio d'amore, vide in lontananza da una finestra aperta una tenda svolazzare nel vento, si arrampicò sulle scale ed entrò in quella casa, posto sopra ad un vecchio scrittoio trovò un messaggio d'amore sigillato a dovere dalla cera lacca, era un messaggio dimenticato dal tempo, così decise in silenzio di consegnarlo al destinatario, attraversò colline e fiumi tagliando l'aria come le foglie nel vento, come le farfalle nel sole, sino a giungere in un giorno di pioggia davanti a lei con quel messaggio, perché l'amore non bagna l'anima ne fa rumore.
Artista di strada
Ascolto nella notte un artista di strada suonare un po' jazz, un po' samba, in un cielo che sembra dipinto di stelle, e quella sua musica in me diventa poesia, che si scrive nella malinconia dei viali stanchi attraversati da un vento gelido, e mi ritrovo in un sogno sotto un cielo di fili del passato con le emozioni del presente. Il suono del sax è come la fiamma di una lettera d'amore che incendia i miei desideri e i miei pensieri con la dolcezza di un sogno. Passeggio tra le tradizioni dell'inverno con un bisogno profondo di colori, albe, tramonti, fiori, per colorare quelle poesie di quella tinta rossa di passione. Amori finiti nell'inverno e il bruciare di quella loro carta per scritte nuove. Inseguo un sogno incoerente dove colpevole è la ragione.
Dietro alle quinte
Ricordi rimasti dietro alle quinte che come un quadro si dipingono d'emozioni nel mio cuore, quando il tempo era scandito da un battito di mani che si muovevano a ritmo sulle note di un pianoforte, e il mio piccolo e fragile corpo avvolto da un tutù disegnava sinuoso l'espressione dei movimenti, mentre dalla finestra della palestra entrava il sole, quelle scarpette con i lacci stretti attorno alle caviglie che alle volte facevano male e i miei primi passi impacciati che lentamente si trasformavano sull'asta in emozioni narrate dalla lirica, erano le mie prime piccole gioie che regalavano nell'aria quella miscela d'energia che si armonizzava con il fruscio del vento nella purezza di ieri. Oggi quelle sensazioni diventano un racconto, un poema fatto d'immagini e pensieri che delineano ancora in me parte della linea del mio corpo nelle mie esili caviglie...
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